Baku – Baki (Azerbaijan)

Baku, 1-4 settembre 2016

E’ tutto buio. La strada che dall’aeroporto conduce al centro della città è trafficata. Si vedono solo automobili e le sagome di imponenti costruzioni: grattacieli, centri direzionali, impianti sportivi. Alcuni edifici sono letteralmente tappezzati di luci colorate che illuminano tutto intorno. Il mio albergo è in una piccola vietta nella parte vecchia di Baku. Nell’ultimo tratto l’auto quasi non passa per gli stretti passaggi, e devo fare gli ultimi metri a piedi. Pioviggina.

torre della vergine (Baku, Azerbaijan)

torre della vergine (Baku, Azerbaijan)

In giro quasi non c’è anima viva: dove sono capitato? La parte vecchia di Baku mi sembra un dedalo di stradine un po’ buie, tutte uguali, chiuse da un perimetro di mura massicce. Forse il taxista ha percorso delle vie secondarie. Dov’è il centro? Entro nell’albergo e capisco subito di essere arrivato in un posto accogliente. La hall ha una bella atmosfera, la camera è pulita e molto grande, il personale è gentilissimo. In effetti è un po’ tardi ed è per quello, mi dicono, che in zona non si vede molta gente. Se voglio mangiare qualcosa devo correre verso la Piazza delle Fontane, cinque minuti a piedi. Tra le undici e mezzanotte anche i fast food chiuderanno. Mi fiondo in strada, ma la pioggia è diventata un vero e proprio scroscio d’acqua e si è alzato anche un vento teso. Non c’è problema: il personale dell’albergo mi fornisce di ombrello. Comincia in questo modo la mia visita di Baku, la capitale dell’Azerbaijan, una città che negli ultimi anni sta vivendo una fase di sviluppo urbanistico, sociale e culturale molto importante. La breve passeggiata verso Piazza delle Fontane, semibuia, mi colpisce molto. Fuori dalle mura c’è una zona di palazzi ottocenteschi o di stile architettonico sovietico.

museo della letteratura (Baku, Azerbaijan)

museo della letteratura (Baku, Azerbaijan)

Noto le sagome di austere statue, di qualche letterato o di qualche altro personaggio influente del passato, che svettano dalle numerose aree verdi. E infine capito davanti alla facciata di un grande palazzo, il Museo della Letteratura, da dove altre grandi statue sembrano osservare tutto dall’alto. Sulla scalinata che conduce alla sommità di una breve salita la pioggia ha formato una piccola cascata. La Piazza delle Fontane è deserta. C’è una ragazza, immobile, sotto l’ombrello che sta parlando al cellulare: è una statua di bronzo. Seduta su una panchina c’è un’altra ragazza che si sta mettendo il rossetto: un’altra statua! Questo posto già mi colpisce: tutto è in penombra, c’è poca gente, ci sono statue moderne, alberi, fontane spente e poche luci intense dei locali ancora aperti… E il giorno seguente Baku mi si rivela con tutto il suo fascino. Una lunga visita alla parte vecchia, con gli edifici orientaleggianti, le cupole, le mura, i minareti, tutto molto ben tenuto. Non mi ero reso conto ma il mio albergo è veramente a pochi passi dalla Torre della Vergine, l’edificio storico più importante della città. Un’alta torre con un imponente contrafforte, che racchiude un piccolo ma interessante museo. Salgo sulla sommità: Baku dall’alto è stranissima: sotto di me ci sono gli edifici vecchi. Volgendo lo sguardo verso il Mar Caspio sembra di essere in un’altra città: c’è il Boulevard il bellissimo viale alberato, interamente pedonale, che costeggia il grande lago. Fontane, piazzole con maxi schermi, panchine… Sul versante opposto uno dei simboli di Baku, le tre Flames Towers, i grattacieli curvilinei che di notte si illuminano diffondendo effetti luminosi.

Baku, città vecchia (Azerbaijan)

Baku, città vecchia (Azerbaijan)

La mia visita continua verso l’interessante Palazzo degli Shirvanshah e poi ancora verso la zona più moderna e signorile nei pressi del Teatro dell’Opera. Qui Baku rivela la sua natura “sovietica” e razionalista: grandi palazzi, larghe strade, enormi piazze con enormi statue. Il Parlamento è uno degli edifici tipici di questo tipo di archittettura: un imponente palazzo squadrato, dalle mille finestre tutte uguali che incombe su una delle strade più trafficate di Baku. Mi piacerebbe fotografarlo ma un solerte poliziotto dall’altro lato della carreggiata mi riprende con fare perentorio. Niente foto. I tre giorni passano velocissimi. Baku vecchia è tranquilla e raccolta. Baku nuova è frenetica, colorata e vivace. Piazza delle Fontane, che mi era sembrata solo un’area vuota e buia, di giorno e di sera è animatissima. Ci sono decine di locali, ristoranti, bar, sempre pieni. C’è l’Hard Rock Cafè, ci sono i fast food, molti chioschi, fontane quasi sempre spente ma che a metà pomeriggio si “animano” anche loro. E c’è un mare di gente. Ci sono vie laterali che passano in mezzo a palazzi ottocenteschi. Ci sono luminarie e sottoportici. Alcuni scorci sembrano un po’ Vienna, un po’ Barcellona… Poi, verso il Boulevard, tutto si fa ancora più vivace e animato. Ci sono decine di negozi di moda italiana, gioiellerie, altri locali. E poi si raggiunge il Boulevard: il “lungomare” (si dovrebbe dire “lungolago”) bagnato dal Mar Caspio. Di sera questa zona si affolla di gente: famiglie, ragazzi che pattinano o che vanno in skatebooard, persone di tutte le età. Dal Boulevard si può osservare il Mar Caspio, cupo, seduti a pochi passi dall’acqua. Ci sono chioschi, fontane illuminate, maxi schermi che accompagnano la musica nei pressi di vere e proprie piste da ballo sotto le stelle. Assisto anche a una serata tango. Dal Boulevard si può osservare uno dei pennoni di bandiera più alti del mondo, la torre panoramica (che di notte sembra un pozzo di petrolio tutto illumianto), la ruota panoramica, i locali quasi sull’acqua.

mura della città vecchia (Baku, Azerbaijan)

mura della città vecchia (Baku, Azerbaijan)

Un’altra peculiarità di Baku è che, da quanto visto, c’è un susseguirsi continuo di importanti avvenimenti culturali e di eventi: festival di jazz, rassegne sportive a livello mondiale, perfino olimpiadi di scacchi. Capitolo scacchi. Si gioca ovunque: sulle panchine dei parchi, sulle piazzette utilizzando grandi scacchiere dipinte per terra, sul telefonino. E la gente, spesse volte, assiste numerosa e interessata alle partite, commentando animatamente. Nei giorni del mio soggiorno anche le Flame Towers proiettavano gigantesche sagome dei pezzi degli scacchi (cavalli, pedoni, torri…) per ricordare a tutti che erano in corso importanti gare internazionli. Baku sembra una città magnifica. E’ realmente così? Direi che la parte centrale mi ha colpito per la modernità (ci sono monitor ad ogni fermata del bus per avere informazioni sugli orari), per l’efficiente ed economico sistema di trasporti (consiglio sempre autobus o metro), per la pulizia, per la quantità di persone curate e sorridenti che frequentano gli infiniti locali alla moda. Ovviamente Baku non è solo questo. Già ad un paio di chilometri dal centro le case si fanno molto più modeste (anche se le persone sembrano sempre curate), così come le infrastrutture e i luoghi di incontro. Poi appena fuori Baku, in direzione ovest oppure verso i villaggi del nord, tutto cambia molto velocemente: oltrepassata la caotica tangenziale sembra di essere nel deserto e le cittadine che si incontrano, le auto e le costruzioni sono spesso modeste.

Ma tornando alla capitale è vero che sorprende positivamente. Per me Baku è una città da visitare, da vivere di giorno e di sera. Una città viva con abitanti molto ospitali.

Link utili:

Ministero della Cultura e del Turismo dell’Azerbaijan (english)

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