Dartmoor Forest (Devon) 5-7 agosto 2016
La Dartmoor Forest, nel cuore del Devon, è un posto realmente incantevole. Un susseguirsi di paesaggi rocciosi e disabitati, pianure verdeggianti punteggiate da animali al pascolo, piccoli fiumi, boschi, laghi. E’ un luogo in cui trascorrere piacevoli giornate camminando per sentieri che conducono ad insoliti picchi di pietra, i tor, da cui si può dominare la vallata e per raggiungere innumerevoli piccoli villaggi rurali. Spesso si scorgono mandrie di cavalli che galoppano lungo i dolci pendii coperti d’erba.
E’ un luogo selvaggio e apparentemente disabitato, con poche tracce di antropizzazione, pur essendo facilmente accessibile da qualunque direzione si provenga. Si può soggiornare in qualcuno dei piccoli centri abitati proprio in mezzo al parco nazionale oppure in una delle città più periferiche e più grandi (dove forse si possono trovare alternative più economiche) quali Exeter (a nord est) oppure Plymouth (a sud ovest). Da questi centri, in meno di mezz’ora di automobile, si giunge dentro l’area di maggior interesse e si possono trascorrere ore girando per la brughiera lungo sentieri più o meno impegnativi, inoltrandosi verso le zone più boscose, seguendo piccoli torrenti che bagnano foreste di color verde smeraldo che sembrano uscite da un libro di fiabe. Tutta la zona si presta benissimo a escursioni in mountain bike oppure a sensazionali gite a cavallo. Abbiamo trascorso un paio di giorni visitando l’area, utilizzando l’automobile, fermandoci nei punti di “attacco” di sentieri facili ma spettacolari, per ammirare in poco tempo alcuni luoghi caratteristici di questa vasta area. Più a nord abbiamo anche visitato i giardini del Drogo Castle, purtroppo interamente coperto da impalcature per i radicali interventi di manutenzione attualmente in corso.
I giorni alla Dartmoor sono trascorsi in un lampo: quante cose abbiamo ammirato girando per le strette stradine delimitate da alti muri completemente ammantati d’erba! Lungo queste stradine la guida è molto lenta: non si capisce dove finiscano le piante e inizino le pietre dei muretti laterali. Conviene avanzare con prudenza anche per il fatto che vi sono molte curve cieche e, incrociando qualsiasi altro tipo di veicolo per quanto piccolo possa essere, occorre fermarsi subito e avanzare (o indietreggiare) fino ad uno dei numerosi slarghi che permettono (con qualche difficoltà) il passaggio. Particolare cautela occorre prestare anche ai numerosi animali, specie cavalli e pecore, che letteralmente a migliaia vagano liberamente occupando spesso l’intera carreggiata. Poi, la sera, il sole un po’ alla volta lascia spazio al buio, in alcuni punti quasi impenetrabile, e le strade non illuminate si avvolgono di mistero. Una delle cose che personalmente mi ha colpito e che a Dartmoor, in ogni angolo e in qualsiasi momento, ci si può imbattere in qualcosa di incantevole: un piccolo ponte di pietra che si specchia sulle basse acque di un torrente cristallino, una chiesetta in pietra di qualche villaggio, greggi di pecore al pascolo, laghi formati da imponenti dighe, strade letteralmente coperte da alberi con la loro chioma “a volta” che formano vere e proprie gallerie lunghe centinaia di metri, migliaia di cavalli.
Un luogo che ho trovato molto spettacolare è tutta l’area intorno alla Pork Hill, in una zona di brughiera particolarmente rigogliosa. Da uno dei numerosi sentieri che iniziano nei pressi del parcheggio si possono raggiungere vari tor: solitarie formazioni rocciose, facili da scalare, dalle quale si può ammirare in posizione elevata tutta l’area circostante. E’ da questi tor che si riesce realmente a comprendere come tutta la “foresta” sia realmente molto estesa: spesse volte si vedono unicamente prati e animali a perdita d’occhio, laghetti e torrenti. Nessuna casa, nessuna auto, nessun traliccio elettrico. Seduti sui tor sembra di essere in un luogo selvaggio sperso a migliaia di chilometri dal primo centro abitato. E invece i (piccoli) centri abitati si trovano a poche miglia. E molti di questi centri meritano senz’altro una visita, se non altro per respirare un po’ dell’atmosfera dell’autentica campagna inglese e magari per fermarsi un po’ di tempo in qualche pub lungo la strada. Dalla Pork Hill abbiamo percorso un facile sentiero verso Pew Tor, passando in mezzo a bassi arbusti e costeggiando un piccolo torrente nei pressi del quale stavano placidamente pascolando alcune mucche. Non ci è voluto molto tempo per perdersi, dopo aver seguito un sentiero appena visibile rivolto troppo a ovest, tuttavia recuperando quasi subito la giusta via che costeggiava il piccolo ruscello fino ad un passaggio di pietra che consentiva un facile guado. Alla fine abbiamo raggiunto senza alcun problema il tor le cui pietre delimitavano un’area interna circolare, ricoperta d’erba corta e verdissima.
Dal tor la vista era spettacolare: sotto un cielo coperto di nuvole ora bianche ora nerissime e minacciose, si poteva osservare la vallata sottostante e, molto in lontananza, la sottile lingua di asfalto che attraversava le zone di pascolo. Sulla via del ritorno, più facile e percorsa quasi in linea retta, ci siamo imbattuti in una delle tante croci di pietra (la Windy Post Cross) che si trovano sparse qua e là per la brughiera, collocata quasi sulla riva di un torrente sulle cui rive c’erano numerose capre. Anche il giorno successivo è stato magnifico. Siamo partiti da Plymouth di mattina presto, in mezzo ad una fitta nebbia che si è diradata solo dopo qualche ora, e abbiamo guidato e camminato tutto il giorno fino a tarda sera alla scoperta di altri luoghi affascinanti. Two Bridges, l’incantevole villaggio di Widecombe in the Moor con la sua bella chiesetta in pietra grigia, Bovey Tracey, la riserva naturale di Burrator attorno ad un grande lago delimitato da una diga, altri tor facilmente raggiungibili percorrendo brevi sentieri tra arbusti e cavalli… Nel pomeriggio, purtroppo, nuvole nere hanno reso il paesaggio grigio e un po’ spettrale e la camminata lungo un sentiero di circa 4 miglia, tra andata e ritorno, fino alla Avon Dam è stata piacevole ma disturbata da un vento freddo che, giunti alla diga, increspava lo specchio d’acqua minacciosamente scura. Il pomeriggio dell’ultimo giorno nella foresta stava giungendo al termine. Le solite nuvole in movimento cambiavano i colori della riserva Burrator e il suo lago, già di azzurro splendente, era diventato di un coloro cupo, come cupo era il baratro aldilà della diga.
Link utili:
Dartmoor National Park – Web site
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