Merzouga e Erg Chebbi – Marocco

Dalla Valle dello Ziz raggiungemmo Merzouga e da qui, compiendo una breve deviazione su una pista sterrata che si diramava dalla strada principale, giungemmo infine all’hotel dove avremmo pernottato, ricavato all’interno di una piccola costruzione chiara, simile a una kasbah dai muri spessi e dalle finestre molto piccole.

accampamento con dromedari (Merzouga, Marocco)

accampamento con dromedari (Merzouga, Marocco)

Ormai era tardo pomeriggio e decidemmo di dirigerci a piedi e senza altri indugi verso le dune dell’Erg Chebbi. Era la prima volta che potevamo toccare la sabbia di un deserto. Il sole colorava di arancione la sabbia fine, appena mossa da un leggero vento. All’orizzonte si poteva scorgere una carovana di dromedari che, probabilmente, stava trasportando alcuni viaggiatori verso qualche campo tendato all’interno del deserto. Proseguimmo camminando nella sabbia. Notammo quasi subito che appena valicato un paio di dune tutto il panorama diventava uguale ed era facilissimo perdere l’orientamento. Non c’era alcun punto di riferimento tranne il sole, che allungava le nostre ombre sempre di più man mano che si abbassava sull’orizzonte.

Tornammo al nostro alloggio oltrepassando un accampamento di dromedari che si stavano dissetando. Nella sala principale tutto era pronto per la cena: i bassi tavolini erano apparecchiati e tutto intorno erano stati posati grandi cuscini colorati. I ragazzi della kasbah cominciarono quindi a servire le pietanze: tajine1 di agnello bollente, cous cous, verdure cotte, frutta fresca e the alla menta. Cominciarono quindi i ritmi di tamburi e di grandi tamburelli e lo scampanellio degli zagat2 e degli qarqaba3.

Terminata la cena passeggiammo ancora un po’, al buio, nei pressi della kasbah raggiungendo ancora una volta le dune sotto un cielo stellato e, infine, rientrammo nella nostra camera da letto dove fummo letteralmente avvolti da un caldo insopportabile. Nella fretta, al nostro arrivo, non avevamo pensato di aprire le finestre della camera e consentire alla fresca aria della sera di mitigare un po’ la temperatura all’interno della stanza, che in quel momento aveva sicuramente superato i 40 gradi…

Ma dormimmo ugualmente benissimo. Accampati con materasso e lenzuola sul basso tetto dell’hotel, trascorremmo una magica notte sotto quel cielo stellato indimenticabile, accarezzati dal tiepido vento del Sahara.

Link utili:

Morocco Tourism Board – Sahara Desert

Note

1. tajine: pietanza di carne in umido servita su un piatto di terracotta circolare con un coperchio di forma conica.

2. zagat: strumento musicale composto da due piattini metallici che si infilano sul pollice e sull’indice e si percuotono per accompagnare la musica.

3. qarqaba: strumenti di ferro, a forma di otto, che si percuotono ritmicamente per accompagnare le danze.

 

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