Fish River Canyon – viaggio in Namibia 2/6

Il mattino seguente partimmo molto presto perchè dovevamo raggiungere il Fish River Canyon, situato all’estremo sud del paese. Dovendo guidare per parecchie ore al giorno su piste non illuminate spesso attraversate da animali, prendemmo l’abitudine di svegliarsi all’alba (prima delle sei di mattina) e di andare a dormire appena dopo il tramonto.

La strada da Mariental a Ketmanshop, importante crocevia della Namibia meridionale con molti distributori di carburante, era asfaltata ma proseguiva con una pista molto sconnessa di terreno duro (molto diverse da quelle più sabbiose già incontrate nella zona del Kalahari) fino al canyon. Nei pressi di Ketmanshop ci fermammo un po’ alla Kokerboom Forest, uno dei più estesi boschi del paese, dove si trovano dei particolari alberi dai fiori gialli (denominati appunto kokerboom o, in inglese, quiver tree), e alla limitrofa area Giant’s Playground, uno strano “giardino” di blocchi di roccia nera risalenti a oltre 170 milioni di anni fa.

Kokerboom Forest (Namibia) sulla strada per il Fish River Canyon

Kokerboom Forest (Namibia)

Il paesaggio era per noi insolito, silenzioso e disabitato. La Namibia è un trionfo di particolarità geologiche e botaniche straordinarie. Nei pressi dell’entrata all’area naturale vi era una piccola casupola che aveva dei servizi igienici lindi e profumati di fresco, cosa che confermava ancora una volta la fama di pulizia del paese. Proseguendo verso il canyon iniziò la parte più ardua del percorso: una pista di superficie grigio chiara, dura e polverosa, su cui la macchina tendeva a sbandare con una certa facilità. Il mio modo di guidare divenne più accorto perché, di tanto in tanto, vi erano dei sassi piuttosto grossi giusto in mezzo alla strada che, se urtati ad alta velocità, avrebbero sicuramente provocato seri danni ai copertoni. Arrivammo al canyon a metà pomeriggio e, appena scesi dall’auto, rimanemmo letteralmente incantati.

E’ molto difficile trovare in Africa qualcosa di paragonabile al maestoso Fish River Canyon, scavato dallo scorrere millenario dell’omonimo fiume, che verso sud si congiunge con l’Orange. Tutta la vallata è lunga oltre 160 chilometri e, nel versante più interno, profonda oltre 500 metri. Dalla sommità del versante, immersi nella calda luce del sole pomeridiano, ammirammo il lento scorrere del fiume tra le aspre e ripide pareti della gola, in un paesaggio che si estendeva da nord a sud a perdita d’occhio. Constatammo che anche in quel luogo meraviglioso, fuori dai circuiti turistici più tradizionali che privilegiano la Namibia del nord, in quel momento eravamo tra i 4-5 viaggiatori lì presenti. Ci fermammo per un paio d’ore in uno spiazzo un po’ defilato, in posizione panoramica, ascoltando il suono del vento che si incuneava tra le rocce, scorgendo di tanto in tanto qualche piccolo uccello nero che svolazzava qua e là.

All’imbrunire raggiungemmo il nostro lodge poco distante: avremmo dormito in un incantevole bungalow in pietra su un pendio in mezzo alle montagne.

Links utili:

Namibia Tourism Board (Government Agency)

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