Sagaing e Mingun (Myanmar – Birmania)

Sagaing e Mingun sono piccoli villaggi che sorgono sulle rive del fiume Ayeyarwady, luogo di belle e particolarissime pagode. Meritano senz’altro una visita: partendo dalla grande città di Mandalay si può facilmente organizzare una  piacevole escursione di una giornata, includendo anche l’isola di Inwa e Amarapura.

Hsinbyume Paya (Mingun, Myanmar)

Hsinbyume Paya (Mingun, Myanmar)

Le strade che conducono a Mingun sono strette e tortuose. Il mio taxista è un tipo abbastanza riservato e un po’ lamentoso: continua a spiegarmi che il Myanmar è un paese in difficoltà anche per colpa dei giovani, che preferiscono frequentare locali, ubriacarsi tutte le sere e fare vita mondana piuttosto che cercare lavoro o impegnarsi nello studio. Certo, penso io, non deve essere facile per questi giovani rimettere a posto un paese scombinato da decenni di dittatura militare, ma non ho alcun motivo per dubitare che quello che dice il tassista non abbia almeno un fondo di verità. Intanto mi godo il paesaggio: la stretta via attraversa un’area alberata e verdeggiante che, di tanto in tanto, si accosta alle calme rive del fiume, illuminato dal sole già alto in cielo. Ci sono molte persone di tutte le età che camminano ai bordi della strada, moltissimi sono i bambini con bizzarre maschere colorate, a forma di elefante o di altre figure buffe, che cercano di fermare le auto per chiedere qualche soldo. Le maschere sono dei cilindri di carta pesta, che si infilano dal basso, spesse volte grandi quasi quanto i ragazzini che le indossano e che barcollano pericolosamente sotto il loro peso. Tutto è festoso e rumoroso. Come altre volte avevo osservato, le condizioni delle strade sono precarie. Non di rado si possono vedere dei cantieri con alcuni operai (uomini, donne e perfino bambini) che trasportano pesanti ceste colme di pietre che vengono poi sistemate sulla carreggiata e sulle quali viene poi steso il catrame,  svuotando con i badili il contenuto di alcuni bidoni fumanti. Nessuno indossa una tuta da lavoro o un casco: semplici vestiti sdruciti, un cappello e un fazzoletto annodato sulla bocca a mo’ di mascherina. I bambini sono quelli che fanno più tristezza, impegnati come sono a trascinare pesanti sacchi di plastica pieni di sassi, molte volte camminando a piedi nudi.

Mingun Paya (Myanmar)

Mingun Paya (Myanmar)

In meno di un’ora sono a Mingun. Il villaggio sembra essere solo un insieme di baracche costruite ai lati della strada, dove passano piccoli pulmini, motociclette e alcuni carri trainati da buoi che procedono lentamente. Questo posto però è abbastanza particolare: c’è una grande ed antica campana, una pagoda a terrazze cangianti e le rovine di un’altra pagoda incompiuta. Raggiungiamo una piccolo spiazzo in terra battuta coperto da una tettoia: il mio tassista acquista alcuni “dischi” di gamberetti fritti con noodles e mi informa che si fermerà lì a mangiare qualche cosa. A piedi proseguo per la Hsinbuyme Paya, un edificio religioso insolito, costituito da sette terrazze ondulate che, bianchissime, riflettono la luce del sole accecante. Il luogo è davvero magnifico, silenzioso, con pochissimi visitatori, per lo più monaci che salgono silenziosi la lunga scalinata che conduce fino alla cima della pagoda. Tornando sui miei passi incontro un edificio un po’ anonimo, tutto in legno con le finestre a traliccio, che custodisce tuttavia una incredibile e gigantesca campana cerimoniale di quasi cento tonnellate, alta forse più di quattro metri. Infine, proprio nei pressi del “ristorantino” dove si era fermato il mio tassista, sul versante opposto della strada dove si riescono ancora ad osservare i resti di una antica chinthe, ecco che mi imbatto nell’imponente facciata della Mingun Paya, la grande pagoda incompiuta scavata nella roccia. Decido di percorrere il sentiero pavimentato e sconnesso che porta sulla sommità della collina, sul “tetto” di questo edificio.

pagoda Umin Thonze, esterno (Sagaing, Myanmar)

pagoda Umin Thonze, esterno (Sagaing, Myanmar)

Una ripida salita con profonde spaccature causate da un grande terremoto, al temine della quale si giunge su un piccolo terrazzamento da cui si domina tutta la pianura sottostante. E’ qui che si capisce bene quanto sia vasta questa area, letteralmente ricoperta di vegetazione e punteggiata da decine di stupa bianchi o dorati. Ad est, in controluce, si può osservare il fiume che ora scorre placido. Sagaing, a pochi minuti d’auto, è un altro posto incantevole, forse meno particolare di Mingun, ma luogo di una delle pagode più originali che abbia mai visto. Tutti gli edifici più interessanti sorgono sulla Sagaing Hill, un insieme di collinette raggiungibili guidando lungo strette stradine che disegnano intricati saliscendi per tutte le località. Visito per prima cosa la Pon Nya Shin Paya con il suo stupa dorato alto circa 30 metri e, successivamente, un’altra particolare pagoda. Si tratta della Umin Thonzeh, un luogo a mio avviso incantevole, con una terrazza e un lungo colonnato a mezzaluna, tutto bianco con decorazioni dorate, che racchiude un’area coperta semicircolare con piastrelle di ceramica verde e con ben 45 statue di Buddha. Un luogo che ho trovato realmente meraviglioso e dove ci si può intrattenere a lungo scoprendo vari livelli, terrazze, piccole pagode, nicchie, statue, cortili, immersi in un rigoglioso e silenzioso bosco…

Link utili:

Myanmar Tourism Ministry – Mandalay and golden sights near

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