Plovdiv è la seconda città della Bulgaria per importanza, dopo la capitale Sofia ma a mio avviso probabilmente è la città più interessante di questo paese balcanico.
E’ una città antica, già capitale della Tracia, luogo della massima fioritura del periodo artistico noto come “rinascimento bulgaro” e non ultimo “Capitale della Cultura Europea” del 2019. Il centro storico più moderno ruota intorno al grande viale pedonale che inizia dalla Piazza Centrale, ove incombe il palazzo delle Poste in puro stile sovietico, fino alla Moschea e all’antico Stadio di Filippopoli (l’originario nome della città a tempi dei greci). La città vecchia si trova invece sopra una piccola altura da cui si può accedere da una delle tante vie parallele al viale pedonale. Raggiungiamo Plovdiv in tarda serata di una giornata invernale, fortunatamente la temperatura però non è molto rigida e il cielo è abbastanza sereno. La zona dove si trova il nostro appartamento, dove trascorreremo quattro notti, è solo leggermente defilata rispetto al centro, trovandosi nei pressi del parco dello Zar Simeone che termina proprio nella piazza centrale. Nelle vie buie di questo quartiere residenziale non si vede anima viva, solo in lontananza le luce delle grandi insegne dei pochi fast food ancora aperti. Decidiamo così di rimandare la visita della cittadina all’indomani.
Plovdiv è una città molto interessante. Nei giorni successivi, fortunatamente incontrando anche un paio di giornate di tempo splendido, ci rendiamo conto della vivacità del suo centro storico. Si passa attraverso il parco dello Zar Simeone, con la grande fontana che però è perennemente spenta, si incontrano le facciate di alcuni palazzi con i bassorilievi in stile sovietico e si giunge al grande spiazzo della Piazza Centrale, un po’ desolata, circondata da alcuni cantieri di scavi di antichità romane. Nei pressi della piazza è stata allestita una pista per i pattini da ghiaccio, con una curiosa e poco funzionale forma a L che rende abbastanza ostico curvare ad alta velocità. Da qui inizia una elegante zona pedonale fatta di negozi luccicanti, locali e una quantità veramente insolita di fast food con lunghissime code che arrivano fino all’esterno. Sono giorni di vacanze di Natale, di Capodanni Ortodossi, di fine settimana: pare che tutti gli abitanti di Plovdiv pranzino e cenino fuori tanto sono pieni tutti i locali a tutte le ore. In questa zona c’è anche il Municipio e i resti archeologici dell’antico Stadio di Filippopoli, uno scavo che si integra perfettamente con la moderna struttura a terrazza che lo circonda. Apprezzo questo modo di valorizzare un sito tutto sommato modesto ma comunque ben tenuto, presso il quale è stato ricavato una sorta di sentiero che per un tratto passa sotto la pavimentazione del viale. Qui vicino vi è anche l’insolita Moschea Dzumaja in mattoni, con lo snello minareto e il tetto piombato.
La città vecchia vera e propria è a est, al termine di una brevissima salita che conduce ad un quartiere medievale, con numerosi palazzi in pietra e legno dai colori sgargianti, con eleganti abitazioni storiche ed edifici fortificati. E’ una zona in cui si passeggia in tutta tranquillità: non ci sono automobili, pochissime sono le persone, prevalentemente turisti. Camminando a caso giungiamo sul versante più a nord della Nebet Tepet, la collina dove è stata fondata Plovdiv attorno al 4.000 a.C. e che domina tutta la città. All’estremo opposto c’è quella che a mio avviso è la vera perla inaspettata di questa città: un antico teatro romano, perfettamente conservato, che si integra con estrema naturalezza nel quartiere storico. Sembra veramente incredibile che una testimonianza dell’antica Roma si sia conservata così bene in un luogo così decentrato dell’Impero. Ma Plovdiv riserva ulteriori sorprese. Camminando per il centro della città bassa si notano numerosi murales, che decorano e abbelliscono brutte facciate di edifici decadenti, entrate di negozi altrimenti anonimi, perfino le coperture in ferro delle centraline elettriche e telefoniche. In alcuni casi si tratta di murales storici, vecchi decine d’anni, una sorta di piccole opere d’arte che vengono continuamente mantenute con i colori vividi.
Un pomeriggio in cui mia figlia e mia moglie si dedicano al nuoto presso la piscina dell’hotel Ramada, diventa per me un’occasione per ritornare a fotografare i vari edifici, finalmente con i colori brillanti per la luce del sole. C’è da dire che appena vi è un po’ di foschia o quando il sole cala, gran parte del fascino della città a mio avviso si perde e alcuni quartieri storici diventano austeri e grigi. A Plovdiv il tempo passa: in effetti quattro giorni per la visita della sola città sono troppi. Ma avendo a disposizione questo tempo è possibile organizzare facili escursioni in giornata fino a Sofia (collegata con una autostrada molto scorrevole) e soprattutto nei dintorni di Plovdiv. Guidare fuori dalla città è facile, sebbene i cartelli sulle strade secondarie siano scritti solo in cirillico. E intorno a Plovdiv vi sono alcuni punti di reale interesse. Dall’importante Monastero di Backovo, al tempo della nostra visita in parziale stato di manutenzione ma colmo di fedeli, alla grande fortezza di Asen, arroccata su uno sperone di roccia scura avvolto da una nebbiolina appena attraversata da tenui raggi di sole, al colorato e tranquillo monastero di Arapovo dal grande giardino e dalla chiesa cangiante sotto la luce del giorno. Tutto nei pressi della cittadina di Asenovgrad.
Plovdiv è una meta insolita, forse non per tutti (occorre essere appassionati di cittadine medievali e antichità romane), ma molto vivace e incredibilmente ricca di storia e tradizione.
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