Il popolo nomade dei Nabatei, fondatore di Petra, si insediò nella regione del Wadi Musa intorno al VI secolo a.C. La città divenne in breve tempo un importantissimo crocevia lungo le rotte commerciali tra l’Arabia e la costa mediterranea, dove transitavano principalmente incenso, mirra e spezie. A Petra le carovane potevano trovare accoglienza e servizi vari, dal semplice cambio di animali ai servizi bancari, di logistica o di lavorazione dei prodotti. Questa zona di influenza commerciale dei nabatei crebbe fino a comprendere tutta l’Arabia settentrionale, la Siria meridionale e, a ovest, il Sinai. Intorno al 40 d.C., alla morte del re Aretas IV, Petra era una grande città di oltre 30.000 abitanti che già un secolo prima aveva resistito alle armate romane comandate da Pompeo. La decadenza di Petra iniziò nella seconda metà del I secolo d.C., parallelamente al mutamento delle rotte commerciali e all’ascesa della città siriana di Palmira che si assicurò ben presto un ruolo importante nei traffici lungo la Via della Seta. Nel 106 d.C. Petra fu conquistata dai Romani, che la inclusero nella provincia dell’Arabia Petrea con capitale Bosra, successivamente divenne sede vescovile in epoca bizantina e, quindi, sede di accampamenti crociati nel XII secolo. Petra, per tutti gli occidentali, cadde infine nell’oblio fino al 1812, quando fu riscoperta dall’esploratore svizzero Burckhardt.
Petra si presenta oggi come uno straordinario e sterminato sito archeologico. Per tutta la vasta area, caratterizzata da aspre montagne, da stretti canyon e da una pianura brulla arsa dal sole, da qualunque parte cada lo sguardo si possono ammirare magnifici monumenti e affascinanti paesaggi (vai alla galleria fotografica).
Il percorso più tradizionale per visitare Petra inizia dal centro visitatori lungo la via principale che passa accanto ai Cubi di Djinn (tre monumenti edificati nel I secolo d.C., probabilmente tombe o monumenti religiosi in onore del dio nabateo Dushara) e alla Tomba dell’Obelisco, la cui facciata scavata nella roccia è sormontata da quattro obelischi piramidali in un insolito stile nabateo-ellenico-egizio. Poco dopo, continuando sul sentiero, si giunge al siq, lo stretto passaggio tra le montagne prodotto dalle forze tettoniche, che in alcuni punti non è più largo di 2 metri. Questo è un posto veramente incantevole. Nel silenzio, rotto solo dal soffio del vento e da qualche eco in lontananza (sempre che non ci siano troppi turisti), si può camminare per circa un chilometro in mezzo alle rocce a strapiombo. Venendo da est, ad un certo punto, tra le pareti si scorge d’un tratto quello che per molti è il maggior monumento di Petra, il Tesoro noto localmente con il nome di al-Khazneh, che sorge in uno spiazzo ristretto tra le aspre pendici. Il monumento, con la sua facciata in stile ellenistico, è un vero capolavoro. Le sei colonne sono sormontate da capitelli con motivi floreali e, sul timpano superiore, sono presenti altri fregi di straordinaria fattura. Il Tesoro è la tomba edificata per il re Nabateo Aretas III del primo secolo d.C.
Proseguendo per il siq si giunge in breve all’area centrale di Petra. Al termine del canyon il sentiero si apre su una grande pianura circondata dalle montagne. In quest’area vi è una concentrazione di imponenti monumenti senza pari. A nord (destra provenendo dal siq) costeggiando il versante della montagna si incontrano, una accanto all’altra, le tombe reali. La più meridionale è la poco visibile Tomba di Uneishu, il ministro della regina Shafialt II moglie di Aretas IV. Successivamente si incontra la Tomba dell’Urna, con l’enorme urna che sovrasta il timpano, edificata probabilmente nel 70 d.C. per il re Malichos II. Lì accanto la Tomba di Seta, interessante più per le venature della roccia ove è stata scolpita che per la facciata, rovinata da un antico terremoto. Sempre proseguendo verso nord, a poche decine di metri, sorgono maestose quelle che ritengo siano le tombe più belle di questa zona: la Tomba Corinzia, con i suoi capitelli in stile appunto corinzio, e la Tomba del Palazzo. In particolare quest’ultima è veramente imponente e presenta una facciata che richiama quella di un ipotetico palazzo di stile ellenistico, riccamente decorata. Un po’ oltre, in posizione defilata, vi è infine la Tomba di Sesto Fiorentino, edificata verso il 130 d.C. per un governatore romano, dalla facciata molto semplice ma scavata in una roccia che presenta delle incredibili sfumature rosate e bianche.
A sud del siq, appena terminato il canyon, si trova il Teatro. Si tratta di una costruzione veramente affascinante interamente scavata nella roccia, a ridosso della parete della montagna, oltre 2.000 anni fa. E’ formata da un emiciclo che in origine doveva accogliere oltre 3.000 persone sedute su 45 file, con la zona dell’orchestra anch’essa scavata. Intorno al 100 d.C. il Teatro fu prima ampliato in modo consistente dai romani conquistatori, che portarono la capienza al considerevole numero di 8.500 posti su una popolazione complessiva che al tempo probabilmente ammontava a circa 25.000-30.000 persone, e fu quindi gravemente danneggiato da un terremoto nel 363 d.C.
Proseguendo verso ovest, lasciandosi il Teatro a sinistra e la via delle tombe reali a destra, si entra nel cuore di Petra, la grande piana ove si trovano i resti dei più importanti edifici pubblici disposti ai lati del Cardo Maximus, la via principale colonnata. Sarebbe forse più esatto parlare di “decumano” e non di “cardo” stante il fatto che la strada è interamente orientata lungo la direttrice est-ovest mancando, in questa parte centrale di Petra, qualsiasi strada pavimentata lungo la direttrice propria del Cardo Maximus, ossia quella nord-sud. Si tratta comunque di una vasta area, ove si possono scorgere i ruderi di quelli che furono importanti luoghi di culto prima nabateo e poi bizantini: il Tempio Grande, lo Qasr al-Bint e la Chiesa di Petra.
Proseguendo verso nord-ovest inizia la stupenda ascesa al Monastero al-Deir lungo una scalinata scavata nella roccia di circa 800 gradini che, insinuandosi tra le pendici dei monti da cui si possono ammirare maestosi paesaggi sulla vallata, termina allo spiazzo dove si erge questo imponente e spettacolare monumento. Con i suoi 45 metri di altezza al-Deir è il monumento più grande di Petra, ed è stato costruito dai nabatei intorno al III a.C. Anticamente utilizzato forse come tomba di qualche sovrano, il Monastero deve il suo nome al fatto che, nelle camere interne, sono presenti alcune croci scolpite come se l’edificio, in epoca bizantina, fosse stato usato come chiesa.
Se dal centro di Petra ci si dirige prima decisamente a sud e quindi a est (in direzione del Teatro) tenendo sulla sinistra le pendici del monte Jebel Madbah, si può imboccare il sentiero che conduce, con un’alta impervia scalinata, all’altura del sacrificio. La camminata è molto bella sia perché dall’altura si può ammirare tutta la pianura circostante del centro di Petra, sia perché prima della salita si incontrano, in stretta sequenza, altre tombe dalle facciate riccamente scolpite. In particolare la Tomba del Soldato Romano, che prende il nome dalla statua di fattura romana collocata appena sopra la porta di ingresso, la Tomba Rinascimentale e la Tomba del Giardino.
Links utili:
Ministero del Turismo della Giordania (Jordan Tourism Board)
scheda di Petra dell’Unesco World Heritage
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Todo pasa y todo queda,pero lo nuestro es pasar,pasar haciendo caminos…buena suerte!
Attraverso quello spiraglio ho visto civiltà passate,ho percepito odori antichi,sentito i rumori della loro esistenza…e ora nel silenzio mi perdo nel tramonto.