Kairouan e Sousse – viaggio in Tunisia 4/7

Kairouan, una delle sette città sante dell’islam, si trova nell’entroterra centrale della Tunisia, a una sessantina di chilometri dalla costa. E’ una delle città più conservatrici di tutto il paese, anche se meta turistica, ed è una città da visitare assolutamente.

Kairouan è la città che mi ha lasciato i ricordi più vividi: i mille colori della sua splendida medina, le facciate dei suoi numerosi palazzi antichi, le decorazioni delle porte delle abitazioni, le moschee e i souq animati da una moltitudine di persone con le numerose botteghe di artigiani tessitori e di commercianti di tappeti.

templi a Sbeitla (Tunisia)

templi a Sbeitla (Tunisia)

Arrivammo a Kairouan percorrendo la confortevole strada da Le Kef a Kasserine (in direzione sud) per svoltare quindi decisamente a est verso la costa. La prima parte della tappa ci offrì il consueto panorama montuoso e verdeggiante dell’entroterra tunisino, che costeggia i profili di alcuni rilievi sul limite del confine algerino. Fu dopo Kasserine che il paesaggio cambiò progressivamente man mano che ci si avvicinava a Kairouan, diventando più pianeggiante e in alcuni tratti addirittura brullo. Era come se ci trovassimo lungo una immaginaria linea di confine che separa la parte più rigogliosa e coltivata della Tunisia con quella più desertica e aspra. Tant’è che, durante questo tragitto, incrociammo i primi cartelli che informavano del passaggio di dromedari ed effettivamente ci imbattemmo in uno di questi animali che placidamente brucava i radi cespugli sul lato della strada.

La tappa da Le Kef fino a Kairouan fu molto interessante anche perché, lungo la via, ci fermammo per visitare un altro dei numerosissimi siti archeologici di epoca romana che si trovano in Tunisia: Sbeitla, un luogo che sembra letteralmente perduto in mezzo al nulla, ma che custodisce splendidi templi ottimamente conservati, edificati a partire dal I secolo d.C. Di Sbeitla colpisce soprattutto il magnifico foro pavimentato e rialzato che si presenta all’improvviso non appena si oltrepassa l’arco della Porta di Antonino. L’antica piazza è superba: uno spazio fiancheggiato da colonne che salgono fino a tre templi edificati in onore di Giove, Giunone e Minerva, le tre principali divinità romane. Visitammo il sito in un paio d’ore, passeggiando tra i resti del terme, delle basiliche e dell’anfiteatro.

anfiteatro di El Jem (Tunisia)

anfiteatro di El Jem (Tunisia)

Sbeitla non sarebbe stata l’unica escursione della giornata. Giunti nei pressi di Kairouan, nel primo pomeriggio, decidemmo infatti di proseguire a sud per circa 70 chilometri alla volta di El Jem, un altro straordinario sito di epoca romana. Questa arena, alta 30 metri e perfettamente conservata, si pensa sia stata costruita intorno al 230 d.C. e rappresenta il terzo anfiteatro più grande del mondo romanizzato, più capiente di altre famose arene (come quella di Verona e quella di Pola) e seconda solo al Colosseo e all’anfiteatro di Capua. Quello che di El Jem ci colpì molto furono le dimensioni rispetto agli edifici circostanti (la costruzione svetta fin da lontano rispetto alla basse e modeste abitazioni costruite negli immediati dintorni) e l’insolito color ocra che primeggia su tutti gli altri. El Jem si visita piuttosto velocemente, ma ci fermammo per riposarci rimirando, dalle gradinate più elevate, la grandiosità della costruzione che, alla luce del tramonto, cominciava a tingersi quasi di arancione.

Era ormai imbrunire quando arrivammo finalmente al nostro bellissimo albergo di Kairouan, ricavato in parte da una antica kasba.

nella medina di Kairouan (Tunisia)

nella medina di Kairouan (Tunisia)

La mattina seguente la dedicammo alla visita della medina. Girando un po’ nei dintorni del nostro hotel incontrammo una “guida” che per pochi dinari si offrì di accompagnarci. Ci accorgemmo di quanto fosse splendida Kairouan appena messo piede nel cortile della Grande Moschea, il luogo più sacro di tutta l’Africa del Nord. Appena oltrepassate le mura austere che la cingono lungo tutto il perimetro esterno, si apre un grande spiazzo, una vera e propria “piazza” pavimentata di marmo e circondata da un portico colonnato. E sul lato nord, svettante, un minareto quadrato a tre piani che si staglia verso il cielo blu intenso del primo mattino macchiato da tante piccole nuvole bianchissime. Belli e riccamente decorati dovevano essere anche gli ambienti interni che riuscimmo appena ad intravedere da una porta aperta sul portico che non potemmo però varcare non essendo musulmani.

Il giro continuò lungo le vie della medina. Era un continuo susseguirsi di edifici bianchi, con terrazzini e persiane blu o verdi, alcuni decadenti altri decisamente ben tenuti. Era anche un rincorrersi di colori: tappeti sgargianti appesi sulle facciate delle botteghe dei commercianti,  bancarelle di frutta e spezie di mille tonalità, stoffe e drappi bianchi e blu all’entrata dei piccoli laboratori degli artigiani tessitori. Coloratissimi erano anche i finimenti del dromedario legato presso la fontana di Bir Barouta, che girava intorno ad una ruota per estrarre dal pozzo l’acqua fresca con cui molti tunisini riempivano grandi caraffe o si dissetavano usando dei bicchieri messi lì apposta.

il pozzo a Bir Barouta di Kairouan (Tunisia)

il pozzo a Bir Barouta di Kairouan (Tunisia)

Arrivammo quindi alla Moschea delle Tre Porte ricca di decorazioni in stile andaluso. Ci colpirono molto i visi preoccupati di moltissimi bambini che, vestiti a festa, stavano attendendo il proprio turno per essere circoncisi: il rito si teneva in una stanza con una finestra che dava proprio sul cortile interno dal quale si sentivano provenire le grida delle donne (madri e nonne) festanti. Rifiutammo con decisione l’insolito invito ad assistere, dalla finestra, alla cerimonia. Passeggiando alla ricerca di altri luoghi di interesse, tra palazzi e zaouia, giungemmo infine alla cosiddetta Moschea del Barbiere, luogo che ospita la tomba di Abu Zama el-Belaoui, compagno del profeta Maometto, del quale era solito portare con sé tre peli della barba. Anche qui potemmo ammirare le magnifiche decorazioni del bianco cortile, ma non potemmo accedere ai locali interni aperti esclusivamente ai fedeli islamici.

Su nostra richiesta il giro terminò nel grande emporio di un commerciante dove acquistammo, dopo una estenuante trattativa, un paio di tappeti kilim chiari dai caldi colori. Sulla via del ritorno trovammo l’occasione anche di salire sul tetto di una abitazione da cui si potevano ammirare, in una inusuale vista di insieme, i minareti delle tre moschee principali di Kairouan.

Arrivammo quindi in albergo nel primo pomeriggio ma non ci riposammo perché c’era in programma un’altra interessante escursione nella città di Sousse che distava appena un’ora di auto.

vista di Sousse (Tunisia)

vista di Sousse (Tunisia)

Sousse è un’altra delle innumerevoli città costiere tunisine dalla storia millenaria con una incantevole medina che si affaccia sul porto. La parte più antica è spettacolare: un dedalo di vicoli tutti racchiusi dalle imponenti mura alte 8 metri che li circondano con il loro perimetro di oltre due chilometri e mezzo. E sul lato settentrionale si trova il ribat, l’imponente fortificazione costruita alla fine del VIII secolo d.C., con il vasto cortile e l’alta torre di avvistamento sulla quale salimmo per riuscire a vedere dall’alto tutta la medina, con i suoi numerosi minareti, e l’attiguo golfo. Ormai era fine pomeriggio e, passeggiando per i vicoli tra souq medievali e negozi di ogni genere, riprendemmo la strada del rientro verso Kairouan, dove arrivammo all’imbrunire.

Andammo a dormire molto presto: l’indomani ci aspettava una lunghissima tappa di circa 350 chilometri nell’entroterra fino alla zona desertica centro-meridionale, letteralmente schiacciata tra i due laghi salati Chott el-Gharsa e Chott el-Jerid, vicinissimi all’Algeria. Avremmo raggiunto Tozeur, la città “di confine” immersa in un rigoglioso palmeto di datteri.

Links utili:

Unesco World Heritage – Scheda di Kairouan

Unesco World Heritage – Scheda di El Jem

Unesco World Heritage – Scheda di Sousse

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