Bungamati – viaggio in Nepal

26 ottobre 2013.

Dopo un paio di giorni trascorsi nella caotica capitale incominciai ad esplorare la valle. In tutta l’area intorno a Kathmandu vi sono infatti numerose piccole cittadine, e centinaia di templi, che sorgono lungo il corso di fiumi e anche sulle zone collinose che dominano le vaste aree coltivate a riso. Sono questi i villaggi dove, più che altrove, si può osservare lo stile di vita semplice della popolazione newari, dedita all’agricoltura e all’artigianato.

per le vie di Bungamati (Nepal)

per le vie di Bungamati (Nepal)

Programmai di raggiungere alcune cittadine che si trovano a sud di Kathmandu, oltre l’antica città imperiale di Patan che avrei visitato con molta più calma nei giorni seguenti. Volevo raggiungere prima Bungamati, la più distante, poi Kirtipur ed infine  la collinosa Chobar. Mi incamminai per le vie di Thamel di mattino presto per procurarmi un mezzo di trasporto e fu allora che conobbi Sanjeev, un tassista dal viso sorridente che per un prezzo assolutamente ragionevole si offrì di condurmi per tutto il giorno lungo la valle.

Appena usciti da Kathmandu e, successivamente, da Patan l’atmosfera cambiò radicalmente. I paesaggi mutano di colpo, il traffico quasi sparisce e l’aria torna fresca e limpida. L’area a sud di Kathmandu è bagnata dal fiume Bagmati, il cui corso mi sembrò più pulito rispetto a quel grigiume pieno di spazzatura che avevo visto il giorno prima nei pressi di Swayambhunath. Sulle rive del fiume, e lungo il profilo ondulato della valle, si osservano vaste coltivazioni di riso e, all’orizzonte, numerosi centri abitati, alcuni dei quali minuscoli e abbarbicati sulle colline intorno.

rituale presso il Tempio di Rato Machhendranath (Bungamati, Nepal)

rituale presso il Tempio di Rato Machhendranath (Bungamati, Nepal)

Ci volle quasi un’ora e mezza per raggiungere Bungamati. Il traffico ci rallentò moltissimo fino a Patan ma anche successivamente, a causa della cattiva condizione delle strade, non potemmo avanzare a velocità sostenuta. Il tempo però passò velocemente. Sanjeev parlava un po’ di inglese e così conversammo piacevolmente. Più di una volta fummo costretti a fermarci per far passare uno di quei lunghi e rumorosi cortei elettorali formati da decine di motociclisti sbandieranti che suonavano in continuazione il clacson. Le bandiere rosse e verdi, mi spiegó Sanjeev, erano quelle del partito delle minoranze Sherpa che abitano le zone più montagnose a est di Kathmandu. Tra gli altri vi erano poi i nostalgici della monarchia, definitivamente abolita nel 2008 dopo il travagliato periodo cominciato nel 2001 con lo sterminio della famiglia reale per mano del principe ereditario, che si riconoscevano dalle bandiere e dai vessilli color rosso giallo e blu.

Mi ricordai allora che, nel primo giorno del mio arrivò a Kathmandu, avevo assistito ad una scena che lì per lì mi sembrò strana. Un corteo che seguiva un rumoroso carro trainato da una bicicletta sul quale, con un microfono allacciato a grandissime casse, stava parlando un curioso personaggio vestito con una giacca rossa, occhiali a specchio dorati e copricapo leopardato: si trattava di un leader politico locale che stava facendo propaganda elettorale.

mondatura del riso (Bungamati, Nepal)

mondatura del riso (Bungamati, Nepal)

Arrivammo a Bungamati a metà mattinata. Sceso dall’autovettura mi diressi per le strette vie pedonali che conducevano, dopo una breve salita, alla piazza principale. Lungo il percorso ebbi modo di osservare le modeste abitazioni rurali di mattoni con il tetto ricoperto di uno strato di paglia, i numerosi bambini che giocavano a rincorrersi per le stradine che costeggiavano, a tratti, delle grandi vasche di acqua stagnante (rossa!) piene di spazzatura. Tutto intorno vi era una gran quantità di animali: galline e anatre starnazzanti, capre legate a qualche paletto appena fuori l’ingresso delle dimore e cani.

bimbe per le vie di Bungamati (Nepal)

bimbe per le vie di Bungamati (Nepal)

Un po’ ovunque c’era sporcizia ma l’atmosfera del paesino era assolutamente tranquilla e silenziosa. Quando giunsi al chowk1 intorno al Tempio di Rato Machhendranath, il più importante del villaggio, rimasi molto colpito. Il tempio sorge sulla bella piazza cinta da grandi edifici newari. Tutta l’area era letteralmente coperta di riso: mi trovavo nel periodo culminante della mondatura.  C’erano numerosissime donne che, scalze e utilizzando appositi badili, movimentavano continuamente i chicchi che si stavano essiccando al sole. Altre erano invece indaffarate a pulire grandi quantità di cereale utilizzando dei setacci in legno. Rimasi un bel po’ ad a osservare quelle scene di vita rurale sotto il cielo azzurrissimo: la sorprendente piazza piena di riso, i complessi rituali in corso proprio all’ingresso del tempio di stile indiano e i numerosi bimbi che giocavano rumorosamente con sassi e legnetti.

Esplorai infine le viette che si diramavano tutto intorno sulle quali si affacciavano i modesti negozietti di artigianato dove erano esposte alcune sculture in legno, incontrando di tanto in tanto qualche abitante del posto che, sorridendo, mi salutò cordialmente.

Non c’è che dire: la piccola Bungamati mi era piaciuta. Raggiunsi l’auto curioso di sapere come sarebbe stata la visita di Kirtipur.

Links utili:

Unesco World Heritage – Scheda della Valle di Kathmandu

Note:

1. chowk: cortile, piazza del mercato

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