Il clima cambiava radicalmente man mano che risalivamo la costa verso est. Oltrepassata Port Elizabeth la temperatura si fece più gradevole e il litorale molto meno ventoso. Anche l’Oceano pareva si fosse finalmente calmato un po’ rispetto ai giorni di Knysna o di Tsitsikamma, quando le altissime onde di burrasca si infrangevano violente su tutto il litorale, invadendo le spiagge e sommergendo le baie e i moli.
Risalendo la costa verso est ritrovammo il volto dell’Africa per noi più familiare, quello della natura maestosa, degli animali selvaggi, delle steppe aride e calde, delle lande verdeggianti che si estendono a perdita d’occhio. L’Addo Elephant National Park fu il primo parco naturale che visitammo in Sud Africa, un’area che si estende dalla zona costiera verso l’interno coprendo una superficie di quasi 1500 chilometri quadrati, che accoglie migliaia di mammiferi e uccelli. Raggiungemmo il bellissimo parco verso metà mattinata e subito ci fermammo al cancello di ingresso per leggere un curioso cartello che ammoniva i visitatori a non entrare trasportando con sé agrumi. Mi ricordai di aver già letto la storia che aveva portato a questo strano divieto.
Tutto era cominciato qualche decennio prima del nostro viaggio, in un periodo di grandi siccità che stavano seriamente minacciando la salute di molti pachidermi del parco. Per scongiurare il rischio di pericolose disidratazioni si pensò di somministrare a questi mammiferi grandi quantità di arance che però, alla lunga, avevano fatto insorgere in molti esemplari una vera e propria dipendenza. Tant’è che, al tempo della nostra visita, alcuni elefanti più anziani soffrivano ancora di astinenza e non avrebbero esitato ad assalire la nostra auto se avessero sentito anche solo il minimo odore di qualche bibita a base di agrumi.
Lasciammo quindi le nostre scorte di aranciata all’ingresso e ci dirigemmo subito verso i numerosi punti di osservazione, a ridosso delle pozze d’acqua o sopra basse colline che dominavano ampi tratti di pianura. E l’Addo Elephant, sotto un cielo finalmente azzurrissimo e un sole caldo, si aprì davanti ai nostri occhi con tutta la sua bellezza. Un branco di pachidermi si stava dirigendo verso una piccola pozza percorrendo un sentiero a pochi passi dalla nostra auto. Un esemplare molto giovane si voltò verso di noi, ci osservò incuriosito per un po’ di tempo e poi raggiunse, con frettolosi passi, la madre che lo stava attendendo poco più in là. Nei pressi dello specchio d’acqua vi erano diversi facoceri, sempre guardinghi e pronti a scattare sulla difensiva, che stavano incessantemente scavando con le zampe anteriori la terra umida e morbida. Tutto intorno, la pianura di arbusti e bassi alberi nascondeva solo parzialmente una gran numero di erbivori: zebre, giganteschi bufali del Capo, agili antilopi, possenti kudu e numerosi esemplari di eleganti alcelafi rossi, con le lunghe corna a U ritorte all’indietro. Improvvisamente uno struzzo solitario infilò la testa dentro il finestrino aperto della nostra auto.
Poi, senza curarsi minimamente della nostra presenza, si allontanò quasi subito verso gli arbusti più alti.
Links utili:
Addo Elephant National Park – Official Web Site
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